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Il titolo dell’evento, in sé, tradiva un profilo per addetti ai lavori: An update on digital currencies. Ma quanto emerso il 13 agosto al convegno organizzato dalla Fed potrebbe rivelarsi uno spartiacque nello sviluppo estremo del regime di Qe perenne già in atto. Ovvero, l’utilizzo delle criptovalute come scorciatoia verso l’helicopter money e la transizione verso un mondo di virtualità ontologica del concetto stesso di debito. Il discorso principale era affidato a una dei governatori più influenti del board della Banca centrale Usa, Lael Brainard, ex brillante consigliera del segretario al Tesoro dal 2009 al 2013, incarico che le è valso l’Alexander Hamilton Award. Insomma, un pezzo da novanta. La quale, dopo le parole di prammatica, ha sganciato con consumata nonchalance la seguente bomba: “Per migliorare la conoscenza in materia di monete digitali della Federal Reserve, la Fed di Boston sta collaborando con i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology in quello che si preannuncia come un piano poliennale finalizzato a costruire e testare un’ipotetica moneta digitale orientata all’uso tipico di una Banca centrale”.